Intorno alla problematica della fibromialgia si stanno sviluppando interessi diversi che non sempre collimano con quelli di chi ne soffre.
E’ d’uso ormai dire: “sono un fibromialgico/a”, come ad indicare una condizione
permanente, quasi a definire una condizione dell’essere. E’ una terminologia che può,
a lungo andare, creare stigma. Purtroppo il termine “fibromialgico”, l’espressione
“un paziente fibromialgico” sono spesso usati nella pratica clinica e d’altro canto
con troppa disinvoltura molte volte si comunica al paziente che di fibromialgia
non si guarisce.
permanente, quasi a definire una condizione dell’essere. E’ una terminologia che può,
a lungo andare, creare stigma. Purtroppo il termine “fibromialgico”, l’espressione
“un paziente fibromialgico” sono spesso usati nella pratica clinica e d’altro canto
con troppa disinvoltura molte volte si comunica al paziente che di fibromialgia
non si guarisce.
C’è, in diversi gruppi che circolano nella rete, quasi un gareggiare a far apparire questa
malattia più grave di quanto non lo sia in realtà: una specie di condanna a morte.
Non si capisce la ragione di tanto ‘terrorismo’ se non immaginando che informazioni
del genere siano propagate per ignoranza o, ad arte, per interessi che nulla hanno a
che fare con il benessere di chi soffre.
malattia più grave di quanto non lo sia in realtà: una specie di condanna a morte.
Non si capisce la ragione di tanto ‘terrorismo’ se non immaginando che informazioni
del genere siano propagate per ignoranza o, ad arte, per interessi che nulla hanno a
che fare con il benessere di chi soffre.
In questo “gioco” si inserisce anche il tentativo di discredito dell’ipnosi come tecnica
efficace nel trattamento della fibromialgia. Tale tentativo ignora la letteratura scientifica
e non ha alcun fondamento scientifico. Piuttosto all’interno di certi gruppi in rete esso
viene supportato da affermazioni del tipo “non siamo matti, non abbiamo bisogno
dell’ipnosi”.
efficace nel trattamento della fibromialgia. Tale tentativo ignora la letteratura scientifica
e non ha alcun fondamento scientifico. Piuttosto all’interno di certi gruppi in rete esso
viene supportato da affermazioni del tipo “non siamo matti, non abbiamo bisogno
dell’ipnosi”.
Inoltre sono spesso proposti trattamenti che non hanno alcuna validazione scientifica
e che possono risultare perfino dannosi, quantomeno in termini di un inutile protrarsi di sofferenze. E’ utile verificare tali proposte ricercando ad esempio su: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed...
e che possono risultare perfino dannosi, quantomeno in termini di un inutile protrarsi di sofferenze. E’ utile verificare tali proposte ricercando ad esempio su: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed...
Sulla base della nostra esperienza e delle nostre ricerche vorremmo chiarire alcuni punti:
- La fibromialgia non è necessariamente una condizione permanente e cronica che debba durare per tutta la vita. Non vi è alcun fondamento scientifico a supporto dell’affermazione contraria. Piuttosto nella pratica si osserva la remissione dei sintomi già dal primo mese di trattamento ipnotico associato a modifiche opportune dello stile di vita.
- Per questo non accettiamo l’espressione “sono un fibromialgico/a” ed il termine “fibromialgico/a”: questa terminologia ingenera in chi è affetto dalla sindrome un senso di rassegnazione e di impotenza e può generare, a lungo andare, stigma.
- Rari sono i casi di recidiva dopo la fine del percorso di trattamento ipnotico. Tali rare eventualità, peraltro gestibili con richiami opportuni, sono spesso legate ad altri fattori diversi dalla fibromialgia.
- L’ipnosi rientra anche tra le tecniche di terapia complementare e nulla ha a che fare con l’essere “matti” o meno: la trance ipnotica favorisce, tra le altre cose, la capacità dell’organismo di riequilibrarsi naturalmente, di rinforzare e stimolare il sistema immunitario e nello specifico di normalizzare la biochimica del cervello.
- La tecnica ipnotica essendo un fenomeno cooperativo richiede collaborazione.